mercoledì 23 giugno 2010

アマルフィ 女神の報酬 (Amalfi: La Ricompensa Della Dea)

Toh, un film Giapponese completamente girato in Italia per festeggiare i 50 anni della Fuji TV!

Roma, dicembre 2009, vigilia di Natale: c'è il G8 nella capitale e con l'arrivo dei capi di stato e dei ministri dei paesi più industrializzati del mondo tutte le ambasciate sono in fermento, soprattutto quella Giapponese che attende l'imminente arrivo del ministro degli esteri Wataru Kawagoe, impegnato in una difficile trattativa diplomatica che riguarda degli aiuti umanitari destinati alla solita fittizia repubblica ex-sovietica in guerra civile (topic tanto inflazionato anche nel cinema occidentale per comporre sceneggiature ambientate in scenari di guerra): questa volta la repubblica si chiama "Valcania", e il ministro Kawagoe sarà protagonista di un importante accordo nientemeno che col primo ministro Italiano (per fortuna nel film nessun accenno al Berlusca, neanche una caricatura, niente di niente). La protezione del ministro Giapponese e la gestione delle misure anti-terrorismo sono affidati da Tokyo al super cazzuto tenebroso ed efficientissimo agente esperto nel campo dei cattivoni tale Kosaku Kuroda, interpretato da
un legnoso 織田裕二(Oda Yūji). Principale si fa per dire artefice del casino in ambasciata è la giovanissima e sbadata stagista Masaki Fujii, interpretata dalla bella, giovanissima e famosa 戸田恵梨香(Toda Erika)(la ricorderete come la idol Misa Amane, cattivissima alter-ego di Kira in Death Note, The Last Name e come la dolcissima invidiatissima ragazza del belloccio del drama "Nobuta Wo Produce", Mariko Uehara).

Le cose sembrano andare per il meglio quando proprio la nostra stagista riceve una richiesta d'aiuto da parte di una signora Giapponese, Saeko Yakami, interpretata da
天海祐希(Amami Yūki), che non trova più sua figlia, in viaggio con lei a Roma e in attesa di una importante e delicatissima operazione chirurugica agli occhi. La giovane Masaki chiede aiuto a sua volta ad un importante consigliere dell'ambasciata che decide di affiancarle Kuroda a causa della non eccellente capacità della stagista di parlare l'Italiano. Il nostro Kuroda invece se la cava abbastanza bene in Italiano: la signora Yakami riceve una chiamata dal cellulare della figlioletta e scopre che la stessa è stata rapita: il rapitore parla con Kuroda che si finge il padre della bambina. Entra in gioco la polizia Italiana capitanata da un pesantissimo Rocco Papaleo che dice la sola cosa intelligente di tutto il film: il fatto che Kuroda si sia spacciato per il padre della bambina lo costringerà a stare sempre con la signora Yakami, per non insospettire i rapitori.

La protezione del primo ministro così va a puttane con grande disappunto dell'ambasciata, cosiccome i tentativi di avere contatti coi rapitori che sembrano essere sempre un passo avanti rispetto agli investigatori e pure al nostro super agente. Le indagini porteranno il Kuroda a scoprire un intrigo ben più grave e complesso di un semplice rapimento, e a viaggiare pure ad Amalfi.

Una delle cose più interessanti di questo film è che è recitato per un grande numero di battute in Italiano dai protagonisti Giapponesi che si sforzano alquanto e con un certo successo per avere una buona pronuncia della nostra lingua, e poi ci sono gli attori Italiani capitanati dal nostro Papaleo che purtroppo mostrano quanto schifo faccia il nostro attuale "parco attori". Forse la recitazione più credibile è quella del receptionist dell'hotel in cui alloggia Kuroda, con quel suo naturalissimo accento romanesco, o il passante che manda a quel paese Kuroda che lo urta durante un inseguimento, sempre in romanesco ovviamente.

Per il resto, abbiamo dei rapitori e dei terroristi alquanto amanti delle bellezze del nostro paese e soprattutto di Roma, visto che fanno disperare il povero Kuroda tra Castel Sant'Angelo, Piazza di Spagna e i principali luoghi turistici della capitale, e poi lo fanno andare pure ad Amalfi (non a Torre Del Greco, Potenza o Mazzara Del Vallo, ma ad Amalfi), con alcune scene ambientate alla Reggia di Caserta, etc. Le forzature non mancano, mentre l'unica cosa non enfatizzata è l'idiozia di un pò tutti gli Italiani, soprattutto delle forze dell'ordine (fantastico il cordone umano che alcuni agenti formano davanti all'ambasciata Giapponese per evitare che una piccola folla di poliziotti (Poliziotti!!!) vi penetri in maniera non legittima in quanto zona diplomatica), poi il personaggio interpretato da Papaleo è talmente pesante e idiota che davvero ci si vergogna di essere Italiani.

Per il resto, tanti luoghi comuni anche fuori luogo come il cono gelato (intero) calpestato da Kuroda in Piazza di Spagna (peccato che sia il 24 dicembre), l'immancabile pizza, le griffe dell'alta moda, i richiami continui alla mafia intesa come associazione terroristica e come artefice di rapimenti (non sanno, i Giapponesi, che la mafia sono i colletti bianchi tanto amici dell istituzioni), i maschi Italiani che non fanno altro che rimorchiare (in effetti i maschi Italiani cercano di rimorchiare, ma non nella maniera esageratamente violenta che si vede in una scena del film), e le coppie Italiane che non fanno altro che baciarsi in bocca con la lingua. Fanno impressione le inquadrature delle pagine del quotidiano "Repubblica" con le notizie degli avvenimenti del film e tante mille altre cose a noi familiari riportate sullo schermo con la solita precisione ed accuratezza Giapponesi.

La trama è invece alquanto intrigante, scritta da Yuichi Shinpo e la regia di
西谷弘(Nishitani Hiroshi), già regista di un drama poliziesco-investigativo molto avvincente e complesso come "Galileo", è estremamente brillante. Insomma, due ore non sprecate, soprattutto se volete vedere dei Giapponesi che recitano a Roma e in Italiano!

Ad dimenticavo, la main theme song del film è "Con Te Partirò", ma non è cantata da Bocelli ma con un pesante accento inglese da una cantante inglese, Sarah Brightman (forse Bocelli è oramai troppo importante e caro anche per la Fuji TV?)

アマルフィ 女神の報酬 (Amarufi: Megami No Hoshu - Amalfi: La Ricompensa Della Dea)

Giappone, 2009 - regia di Nishitani Hiroshi