domenica 28 settembre 2008

ト二ー滝谷 (Tony Takitani)

Il titolo non mi aveva mai ispirato, e devo dire che proprio non avevo voglia di vederlo, ma quel giorno avevo poco tempo a disposizione, e Tony Takitani era il film adatto a quel lasso di tempo, avendo una durata di solo un'ora e 15 minuti.
Il film parla di un signore che si chiama appunto Tony Takitani, figlio di Shozaburo Takitani. La parte iniziale è dedicata totalmente a Shozaburo, un suonatore di trombone jazz, imprigionato durante la guerra dagli americani. Dopo la fine della guerra Shozaburo, torna a casa e sposa una donna, che dopo poco tempo gli da un figlio. La scelta del nome cade su Tony, un nome americano, in onore del cambiamento dei tempi al quale il Giappone si prepara. Tony, cresce da solo: la madre muore subito dopo il parto e il padre passa la vita tra un concerto jazz e l'altro. La sua solitudine lo rende introverso ed indipendente, e lo accompagna fino all'età adulta. La sua spiccata propensione verso il disegno e la decorazione lo fanno crescere lavorativamente, ma rimane, come una maledizione, la sua solitudine, nonostante un buon stipendio e un buon tenore di vita. Un giorno Tony, selezionando delle collaboratrici, conosce Eiko. Scatta il colpo di fulmine, e dopo un certo periodo di incertezza anche la ragazza cede. La loro vita è perfetta, la loro casa è perfetta, il lavoro va benissimo, ma Eiko ha un solo difetto: non riesce a trattenersi dal comprare vestiti.
Tony takitani è un film sensorialmente bellissimo: le inquadrature sono meccanizzate su rotaia, e la macchina da presa scorre per le stanze, i paesaggi, le situazioni, sempre di lato, come se si assistesse a delle piccole scenette che terminano quando l'inquadratura raggiunge il muro, per poi cambiare su un'altra situazione. L'intero film è virato in un colore desaturato che affascina. Una voce narrante fuori campo accompagna le scene, e qui accade una cosa per me bellissima: i personaggi interrompono la voce narrrante per continuare a dire ciò di cui parlava, in un tutt'uno narrativo. Ad esempio: in una scena in cui Tony ed Eiko mangiano assieme, la voce parla del loro rapporto e del fatto che Tony era così stupito da questa improvvisa mancanza di solitudine, nella sua vita, che era terrorizzato al pensiero di rimanere di nuovo solo, e dice "a volte quando lo immaginava..." e s'interrompe perchè Tony, prende la parola, pur essendo in un contesto slegato da questo, e dice "mi spaventa talmente tanto che sudo freddo" e ricomincia a fare quello che prima faceva. Geniale. La musica, bellissima, è di Ryuichi Sakamoto, un compositore famosissimo in Giappone e in occidente. Se proprio vogliamo trovare un difetto, la parte introduttiva sul padre di Tony è troppo lunga e devia l'attenzione su argomenti che poi, col film, poco c'entrano. Un film metaforico e misterioso, duro e struggente.


ト二ー滝谷 (Tonii Takitani - Tony Takitani)

Giappone, 2004, regia Jun Ichikawa

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