sabato 4 luglio 2009

Tokyo!

Una produzione multinazionale per una pellicola recitata in Giapponese da attori di calibro (quasi sempre) Giapponesi ed ambientata in Giappone: una pellicola particolarissima divisa in tre episodi indipendenti e non connessi l'un l'altro, tre appassionate dichiarazioni di odio/amore per la più incommensurabile città del mondo opera di tre autorevoli registi di quel cinema non convenzionale che io tanto adoro.
Interior Design
Il Francese Michael Gondry forma questo visionario primo episodio. Akira e Hirokosi trasferiscono per qualche giorno a casa di Akemi, un'amica di lei. Akira è un aspirante regista che in città deve presentare il suo ultimo lavoro: sarà un cinema hard ad ospitare la proiezione del suo lungometraggio che comunque avverrà diversi giorni dopo il loro temporaneo trasferimento nella casa di Akemi che per le sue modeste dimensioni mal si addice ad ospitare più di due persone per volta. La coppia si dimostra da subito per niente in grado di trovare una soluzione a questo problema: la ricerca di un lavoro e di un appartamento in affitto vanno continuamente a vuoto, e proprio Akira, l'unico dei due ad avere qualche progetto nella vita, riesce quasi per caso a trovare lavoro come impacchettatore in un negozio di ceramiche. Col passare dei giorni il clima tra i due ed Akemi si fa sempre più pesante e la sitaizone si complica con l'arrivo del fidanzato di lei: per di più il rapporto tra gli stessi Akira e Hiroko si va deteriorando a causa delle mille difficoltà. Lo sconforto di Hiroko si trasforma così in un qualcosa di strano, molto strano.
Merde
Un altro francese, Leos Carax, dirige il secondo episodio. Un uomo occidentale sporco e storpio, con una strana barba e con degli strani vestiti, compie dei brevi raid per le strade di Tokyo, uscendo dalle fogne e rientrandovi subito dopo. L'uomo diventa presto noto all'opinione pubblica per la sua beffarda violenza nei confronti dei passanti. Il rinvenire delle bombe a mano in un deposito sotterraneo lo porta a provocare una strage a Shibuya. L'uomo viene arrestato e tutto il mondo impara a conoscerlo come "Merde" (che ha lo stesso significato della parola Italiana). Il suo linguaggio è incomprensibile, ma si fa avanti un bizzarro avvocato francese che ha dei tratti somatici estremamente simili a quelli del vagabondo che gli farà da traduttore per gli interrogatori.
Shaking Tokyo
Il più bello, secondo me, operadel regista coreano Joon-Ho Bong. Un uomo sulla quarantina ormai da 11 anni vive chiuso in casa, è un ひきこもり(Hikikomori), uno di quegli individui che in Giappone passano la propria vita isolandosi dal mondo esterno. La sua vita è perfetta, estremamente scandita da rituali precisi. Ma un terremoto e l'arrivo di una ragazza porta-pizze cambieranno la sua vita, per sempre...
Nonostante la diversità dei tre episodi ho trovato un interessante filo conduttore che li unisce in maniera indissolubile: tutti e tre i registi esprimono la difficoltà di "vivere" una città come Tokyo e un paese come il Giappone: per qualunque appassionato e sognatore sfegatato del Giappone, la visione di questo film è un delicato ridimensionamento di una infinita Disneyland marziana a semplice luogo di questo pianeta terra, abitato da gente normale alla quale non basta il denaro per vivere, gente normale che ha seri e comunissimi problemi, gente sucube di intolleranza e persecuzione, gente che ama e gente che odia, gente che ha paura, gente che soffre. Soprattutto Gondry e in maniera minore anche gli altri due, permeano le loro pellicole di quella "difficoltà" del vivere quotidiano che come una macchia s'insinua tra le vite dei loro personaggi, rovinandole. Parlando dell'episodio di Gondry in particolare, solo un genio visionario come il suo è in grado di far convivere un dolorosissimo realismo con la magia del sogno, o se vogliamo dell'incubo, entrambi sempre e comunque metaforici. Ayako Fujitani, già vista in Ritual di Hideaki Anno e Ryo Kase, il protagonista di それでもボクはやってない(Comunque sia, non sono stato io) sono degli attori davvero bravi e l'episodio ne trae enorme giovamento e credibilità.
Carax, a mio parere, con la storia della persecuzione di Merde tratta sempre metaforicamente un tema assolutamente d'attualità in Giappone: la diffidenza e la paura nei confronti degli stranieri. Merde parla un linguaggio incomprensibile, è ripugnante e puzzolente, si comporta in maniera maleducata e lontana anni luce dalla comune etichetta. Beh qualunque straniero, quando a Tokyo viene rifiutato da un tassista perchè "non Giapponese", o quando vede i vicini di metropolitana allontanarsi al proprio avvicinarsi, o se ha a che fare con la polizia, si sente come Merde, che diventa quasi un messia di un sospirato ammorbidimento da parte della società Giapponese tutta, nei confronti dei gaijin.
Bong, anche grazie alla presenza della bellissima e bravissima Yuu Aoi vince per assoluto distacco la gara del miglio episodio: un capolavoro di delicatezza e di poesia, che sono assolutamente difficili da descrivere e che denotano le sue grandi sensibilità e passione per il mondo Giapponese. Il cameo di Naoko Takenaka è imperdibile!
Un film davvero bello.
Tokyo!
Giappone, Francia, Germania, Corea del Sud, 2008 - regia di Michael Gondry, Leos Carax e Joon-Ho Bong

4 commenti:

Weltall ha detto...

Cugino, condivido tutto parola per parola e mi fa piacere che anche tu reputi il terzo segmento il migliore dei tre ^__^
Da quel che leggo in giro, soprattutto nei commenti di Asianworld, il segmento di Carax è stato ingiustamente sottovalutato!
Comunque grandissimo film nel suo complesso ^__*

Rosuen ha detto...

Personalmente, devo dire che mi è piaciuto molto l'episodio di Michael Gondry, ma forse perchè tuttavia ha un lieto fine, cioè la protagonista femminile è abbastanza felice di quello che fà e che è...
Ma effettivamente è molto bello anche l'episodio di Carax. Come dici tu è molto delicato.

nicolacassa ha detto...

>Cuggino> Davvero un ttimo film, e splendido regalo! Grazie ancora!

>Rosuen> L'episodio di Gondry mi ha colpito moltissimo per la sua irrealità, un'irrealità che non è mai molesta nè disturbante, ma quasi una "magia sporca". E' bella anche la varietà dei tre episodi, che magari visti singolarmente offrirebbero un'impressione meno importante allo spettatore! Grazie anche a te x il regalo!!!

Pixels? In my videogames? ha detto...

Ho scoperto questo film un po' a caso mentre leggevo la filmografia di Gondry... e mi è piaciuto davvero tanto. Adoro il surreale.