domenica 28 settembre 2008

下妻物語 La favola di Shimotsuma (Kamikaze Girls)

Negli ultimi post sui film giapponesi ho notato di aver preso la pessima abitudine di utilizzare il termine "bizzarro" per definire situazioni e stili. Kamikaze girls mi ha fatto riflettere a riguardo, perchè anch'esso è bizzarro, ma mi viene da pensare che forse sia il prodotto di un'altra cultura, stili di vita, modi di essere e di pensare a far sembrare un film giapponese così diverso e intrigante. E siamo alla cinematografizzazione di due stili di vita giapponesi: la lolita cosplay e il teppismo da bulli idioti e sfigati. La bizzarria della storia sta, oltre che in ogni singolo spezzone, nell'impossibile amicizia che può nascere tra due ragazze distanti anni luce tra loro, o almeno così sembra dagli abiti che indossano e dai loro comportamenti. La Lolita e la Teppista, distanti ma vicine, perchè un abito o una particolare movenza, un particolare modo di parlare non fanno una persona: una persona è fatta da ciò che ha nel cuore, dalle esperienze che ha vissuto, siano esse dolorose o gioiose una persona è formata da esse e il suo animo è scolpito su dura roccia su queste basi. In questa società moderna si sente la necessità di travestirsi, sia solo una tinta per i capelli o un paio di occhiali da sole che nascondano con sintomatico mistero gli occhi agli altri, e in questa maniera di nascondersi dagli altri: forse perchè un giudizio sul nostro vero io suonerebbe come una condanna definitiva senza appello per il nostro io interiore, che non possiamo cambiare. E' la metafora dell'insicurezza di questi tempi moderni e soprattutto della mancanza di un'identità vera per la gioventù giapponese, sospesa tra l'austerità delle generazioni precedenti e una crescita economica deviata su un consumismo mediatico pressante, e schiacciata da ritmi di vita massacranti non più accettabili in un mondo progredito che si affaccia ammiccante da ogni cartellone pubblicitario o da ogni schermo ultratecnologico. Ci si traveste per essere come gli altri, per non fare lo sforzo di essere ciò che si è realmente e mostrarlo agli altri. Le due protagoniste del film superano questo ostacolo quando si accorgono che i rispettivi travestimenti non arginano la solitudine che le opprime: sono la stessa gioia che le fa ridere, le stesse lacrime che sgorgano dai loro occhi colmi di tristezza, la stessa insicurezza che le opprime, e i loro animi si uniscono in un'amicizia splendida. Un'inno all'amicizia vera, al cercarsi, al trovarsi e al ritrovarsi a vicenda. Uno stile cinematografico unico fa da cornice alla storia: immagini grandangolari, saturate, effetti visivi esagerati per un ambiente psichedelico e ubriaco, bullet time e animazione per condire il tutto per un'esperienza visiva molto gradevole e particolare. Quegli abiti da cosplay poi sono fantastici, sembrano veramente sontuosi come li si definisce e emergono dalla squallida massa standardizzata delle persone normali. Alla fine del film mi viene da pensare che il travestirsi, superato l'ostacolo del travestimento come nascondiglio di un animo debole, si tramuti in un mezzo per distinguersi dalla massa e farsi guardare dagli altri con occhi nuovi, forti del proprio io finalmente "pubblicato" al mondo esterno. La vita è un aggiornarsi continuo verso il meglio e la perfezione, e questa storia per me riflette questo percorso. Poi un pò di botte, persone deficienti e situazioni incredibili sono solo un puro divertimento. Bella e brava Kyoko Fukada, bravissima a nascondere la sua bellezza Anna Tsukiya e se avete visto Cha no Aji (The Taste Of Tea) non potete non esserne rimasti colpiti (interpretava Aoi, la ragazza amante del "go" della quale si innamorava il ragazzino). Doti da acrobata circense per il regista Tetsuya Nakashima, e per il suo direttore della fotografia, un lavoro duro per la postproduzione indubbiamente. Da vedere senz'altro.

Ecco il trailer

Shimotsuma monogatari, Giappone 2004

Regia Nakashima Tetsuya

2 commenti:

Paocin ha detto...

La versione in lingua originale è infinitamente più bella di quella in lingua italiana.
Ah... la marca dei vestiti da lolita esiste davvero. Si trova ovviamente anche su internet.
che pazzerelli questi G!

nicolacassa ha detto...

>paocin> concordo in pieno! E riguardo Baby The Stars Shine Bright, ormai ci sono filiali in tutto il mondo!! Sono pazzi si!!