domenica 28 settembre 2008

ごめん (Scusami)

Vuol dire scusa, detto in maniera informale, senò sarebbe ごめんなさい(Gomen-nasai): ovvero il vizio dei Giapponesi di chiedere sempre scusa, a volte perchè pensano di aver fatto qualcosa di cui valga la pena di scusarsi, altre volte per suscitare compassione nell'interlocutore per avere clemenza per ciò che hanno fatto o pensano di aver fatto, altre volte ancora per far sentire l'interlocutore una merda per ciò che magari egli stesso ha fatto e per cui non ha chiesto scusa e avrebbe dovuto farlo. Devo dire che questa scuola di Gomen è servita almeno a me che, adesso, quando faccio qualcosa per cui ce n'è bisogno, chiedo sempre scusa: il bello è che i Giapponesi quando sentono questa parola ti scusano veramente, gli Italiani no!! Per questo in Giappone "Gomen" è una parola importante!! Finito il momento del cabaret parliamo di questo film, un'autentica inaspettata sorpresa.
Siamo a Osaka, Sei ha 12 anni, frequenta la sesta elementare, sempre la solita vita tra scuola e casa, compagni scemi e ragazze che hanno tutto tranne l'apparenza di ragazze, a parte la divisa. Un giorno, mentre Sei legge in classe, ha un'improvvisa erezione com incontrollata fuoriuscita di "succo" (tenete a mente questa parola...). Sei scappa in bagno spaventato e si accorge che quella "cosa" è una cosa che non ha mai visto. La derisione in classe per fortuna, pur essendo alta e fragorosa, si concentra sull'ipotesi di una improvvisa diarrea. Il ragazzo cerca di nascondere le tracce del disastro combinato nelle sue mutante, ingenuamente nascondendole sotto il letto, ma la mamma estremamente impicciona se ne accorge e ne fa una festa nazionale: "Il nostro Sei è diventato adulto, gli è uscito il succo!!" (non mi stupisce una tale divertente sfacciataggine da una mamma del Kansai...). Conseguente faccia di pietra di Sei e terribile disorientamento. La vita va avanti e un giorno, come ogni settimana, Sei prende il treno per andare a Kyoto a trovare i nonni (Kyoto e Osaka sono ormai estremamente vicine, un solo continuo paesaggio urbano, solo mezz'ora di treno). Prima della solita partita a scacchi il nonno manda Sei a comprare delle cose in una bottega, e lì mentre aspetta di essere servito rimane folgorato da una ragazza. Sente allora che non è solo un cambiamento fisiologico, il suo, ma questo calore che l'avvolge va ben oltre il fisico. Armato di sfacciato e maldestro coraggio Sei si lancia alla carica per conquistare Nao, più grande di lui e già alle scuole medie...
I sobborghi di Kyoto sanno essere diversi dalla città turistica quale è famosa di essere: io a Kyoto ho visto solo rumore, "un pò di sporcizia", puzza negli autobus e squallore: Mi prometto la prossima volta (se ci sarà a Kyoto) di visitare solo i sobborghi oltre la mia amata Arashiyama: Da Osaka non ci si può aspettare altro che l'allegria e l'apparente gioia di vivere e l'armonia degli indigeni del Kansai, davvero da approfondire questo aspetto!! Il capodanno e la rottura del Mochi, le cerimonie di fine anno a scuola con gli incontri di Kendo, gli scacchi con il nonno, la bici, sensazioni di una vita perfetta da bambino, e Sei si avvia a crescere protetto da queste solide mura: questa è la sensazione di tranquillità che mi ha trasmesso questo film. Per una volta nessuno muore, forse perchè quelli del Kansai sono meno tragici e più ottimisti della zona di Edo, se di ottimismo si può parlare, per i Giapponesi. Grazie a Shin Togashi per la ventata di ottimismo, da parte mia e dei Giapponesi. I bravissimi Masahiro Hisano e Yukika Sakuratani, per questa performance hanno vinto il Festival Prize come migliori attori emergenti al Yokohama Film Festival. Io, Weltall e Deiv abbiamo già deciso di emulare il Giro Del Kansai con bicicletta da donna, da Osaka a Kyoto, e con armatura di Kendo!!
ごめん (Gomen - Scusami)
Giappone, 2002 - regia Shin Togashi

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