domenica 28 settembre 2008

ゲド戦記(Gedo Senki - I Racconti Di Terramare)

Bella sorpresa la distribuzione da parte della Lucky Red in Italia di questo lungometraggio animato, merito forse del cognome importante dell'autore Goro Miyazaki, figlio del grande Hayao, accompagnato da una casa di produzione di tutto rispetto e con le spalle larghe come la Ghibli. E' la storia di un mondo in lenta decadenza, di un re assassinato dal suo stesso figlio, preda di inspiegabili ansie e in fuga da se stesso, e di un mago che viaggia per riportare l'Ordine in tutte le cose. Fuggito dal regno del quale egli stesso è erede, Arren si avventura in un deserto dove incontra un branco di lupi. Interviene a salvarlo Sparivere, un mago che per caso si trovava nelle vicinanze: il ragazzo disperato e solo decide di seguirlo. Solo in seguito il ragazzo capirà la vera importanza e potenza del suo nuovo amico, e verrà coinvolto nella sua missione per salvare il mondo divenendo egli stesso pedina insostituibile per la sua buona riuscita. Una trama abbastanza lineare che però riserva delle interessanti sorprese, un mago cattivo da sconfiggere e un finale abbastanza prevedibile. Non voglio parlare troppo della storia in se, carina e piacevole, quanto di quello a cui pensavo già da prima di vedere la pellicola: Goro Miyazaki è o non è all'altezza del suo cognome? La stora è tratta dai romanzi omonimi di Ursula K. Le Guin, la sceneggiatura adattata dallo stesso Miyazaki. Trovo alcune lacune nella storia, come ad esempio il fatto che una importantissima e cruentissima scena iniziale non abbia poi alcun seguito nell'evolversi delle vicende. Non trovo alcuna connessione tra l'apparizione iniziale dei draghi e la crisi di cui sarebbe preda il mondo. Non vi è apparentemente alcun colpevole dell'affievolimento della luce, della magia, se non l'inedia da parte del genere umano nel gestire il proprio mondo e le proprie risorse, e la sconfitta di un mago che ha tutt'altri progetti non risolve di certo le problematiche per le quali il mago Sparviere sarebbe chiamato ad impegnarsi. Unico filone utile e vivo per la storia è la strada per la redenzione che il giovane Arren percorre assieme a Teru, una graziosa ragazza che incontrerà per la sua strada. Non ho letto le opere della Le Guin, ma spero siano meno inconcludenti. Trovo invece bellissima l'enunciazione filosofica della Vita della quale si fa spesso parola nei dialoghi, come contrapposta alla morte e allo stesso tempo irrimediabilmente legata ad essa. La vita non ha senso senza la morte, e chi rifiuta la morte, rifiuta la vita. Vi sono dei concetti bellissimi espressi in molte parti della sceneggiatura, che mi hanno fatto riflettere molto: un'idea generale di ottimismo scaturisce da questa storia, e non è un male. Il character design è molto simile a quello dei film di Hayao, l'animazione è fatta tutta a mano e vi sono solo alcuni passaggi spettacolari in computer grafica, mentre ho trovato grandi differenze nel design di sfondi e architetture: di certo meno dettagliati e più pittorici, e diciamo che è un bene che Goro abbia un suo stile personale, che però scimmiotta un pò troppo quello del padre. Le architetture sono di chiara ispirazione Europea, come da tradizione, ma vi è una imperdonabile commistione di stili che forse Hayao nella sua accuratezza eviterebbe di fare: ad esempio le imbarcazioni sono delle vere e proprie triremi greche, quelle che vedresti in Troy, a vela quadrata, ma si possono anche vedere delle barche più piccole a vela latina, o dei velieri in stile medioevale come all'inizio del film. Le costruzioni poi, ho visto degli elementi del tempio greco come architravi e colonne con capitelli isnerite in un contesto romanico: c'è una grande confusione, ritenevo fosse meglio avere una propria idea architettonica e portarla avanti senza scopiazzare a caso qua e là nel panorama europeo. La musica è bellissima, ma manca la mano di Joe Hisaishi, e in alcune parti ciò è abbastanza evidente per una certa invadenza di un'orchestra troppo potente. Pregevole la traduzione ed il doppiaggio, si utilizza un linguaggio gradevolmente epico. Certo è ancora presto per delineare uno stile preciso dell'autore, ma come sperava Weltall, Goro ha un briciolo del talento del padre, e si vede.
ゲド戦記(Gedo Senki - I Racconti Di Terramare)
Giappone, 2006, regia: Goro Miyazaki

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Sarà perché riprende le storie di Earth Sea, ma a me non piace proprio.
Il fantasy, per me è come lo zucchero nella pasta.

Il film è inconcludente, perché questa avventura, è stata estrapolata da un racconto molto più vasto. Che addirittura parte, se non sbaglio, dalla nascita di Sparviero.

Lo stile dello studio e l'influenza del padre, sono ogni presenti (ed è forse per questo, che sono riuscito a vederlo dall'inizio, alla fine) ma rimane comunque un opera...da vedere una volta e basta, a mio parere.

(Non vedo l'ora di vedere Ponyo!!
Pooooooonyoooo!! Pooooooonyooooo!! Dove seiiiiii?? ç_ç)

nicolacassa ha detto...

>Taro> Quando ero in Giappone, non si sentiva altro che la canzone di Ponyo, penso di odiarlo già! :)

Anonimo ha detto...

NOOOOOOOOO!!! Non si può odiare ponyo!!

L'ho sentita anch'io. Mi sa che se la si sente per più di 20 volte in un giorno, si inizia a cercare la bimbetta che la canta, per sgozzarla!! XD

Ma ciò non toglie, che il film deve essere un capolavoro. 0% computer grafica O_O

nicolacassa ha detto...

>Taro> Beh non ho visto Ponyo, ma nel castello errante ce n'era abbastanza di computer grafica...che la Ghibli abbia fatto mea culpa e sia tornata sui suoi passi??

Anonimo ha detto...

Miyazaki è sempre stato contro la computer grafica, anche se in alcuni film, ne ha fatto uso. Effettivamente nel castello errante, è stato usato abbondantemente, (anche se rispetto ai film degli ultimi 5 anni, ne hanno fatto un uso minimo) ma da quanto ho letto, (non mi ricordo dove) in questo ultimo film, non ha usato minimamente il computer. Per fortuna!! :)

Mi sa che si sentiva proprio in colpa, per averlo usato. :)

Non vedo l'ora di vedere Ponyo...ç_ç