giovedì 29 ottobre 2009

青の炎(La Luce Blu): Kamakura e il "Super Teenager"

Volevo ritornare su questo film, già recensito ed incontrato di nuovo, e devo dire volutamente, in una produttivissima ed interessantissima seconda visione.

Reduce da una bellissima gita a 鎌倉(Kamakura) con annessa cavalcata sull'Enoden fino a 江の島(Enoshima) in un tramonto davvero fuori dal comune, ho voluto fortemente rivedere questi posti a me tanto cari ed allo stesso tempo riprendere da capo una storia che avevo giá a suo tempo trovato estremamente interessante, stimolante, struggente, ma mal recitata.
Ho innanzitutto avuto la conferma del fatto che la location è effettivamente 鎌倉(Kamakura). La seconda scoperta è che la scuola in cui sono girate acune scene del film è la 鎌倉学園(Kamakura gakuen), cioè l'istituto comprendente sia una 高等学校(Kōtō-gakkō - scuola superiore) che una 中学校(Chū-gakkō - scuola media) che si trova affianco al famosissimo complesso di templi Zen chiamato 建長(Kenchō-ji). Per esigenze sceniche, gli studenti passano da una grotta per accedere alla scuola: in realtà la grotta in questione è lo 釈迦堂切通(Shakadō kiridoshi), un passo interno delle "alpi di Kamakura" e dista qualche chilometro dalla scuola, pur trovandosi effettivamente anch'esso a 鎌倉(Kamakura).
Non voglio mettere in evidenza le mancanze di questo film, giá citate nel post di qualche tempo fa, ma voglio forzarmi a far emergere dalla mia testa e bloccare su carta un concetto preziosissimo e assai volatile che la seconda visione del film ha impresso nella mia mente.

Nel cinema Giapponese si continua ad esaltare il feticcio della giovinezza, puro fattore estetico e fisiologico di uno stato temporaneo e fugace nel quale ogni individuo si sente intrappolato quando ci si trova dentro, ma che poi idealizza e rimpiange quando scopre che per alcuni versi la vita non é altro che un decadere. Questi sono concetti comunque comuni anche alla nostra cultura, anche se espressi in maniera meno isterica e maniacalmente ossessiva: la produzione culturale Giapponese però inserisce un aspetto a mio parere inedito: solo in giovinezza é possibile plasmare la propria vita, solo in giovinezza eroismi, ribellioni e coraggio sono atti e qualitá che possano eccezionalmente non determinare l'ostracismo da parte di una societá che ammazza creativitá e diversitá per proteggere quell'ormai spastico e dannosissimo senso di comune pensare e di comune agire.

Il chiodo che sporge da un'asse di legno dev'essere preso a martellate perché sia riportato in una posizione dove non possa nuocere proprio a causa della sua sporgenza, così dice un famoso proverbio Giapponese. Ma il cinema, la televisione e la letteratura giapponesi continuano a creare soggetti in cui il rompere gli schemi, l'infrangere le regole, l'essere diversi, che si sia peggiori o migliori poi non fa differenza, é un punto di forza. La giovinezza ti dá la possibilitá di capovolgere il mondo, ammazzare pure, mettere sotto le suole la gerarchia sociale, educazione e cosí via. Oltre, dopo il casino c'é sempre quel limite, oltrepassato il quale volenti o nolenti é necessario ritornare nelle righe, indossare la divisa da soldatino e mettersi a fare l'automa, l'unica opzione possibile.

Penso che il sognare di poter uscire dagli schemi, riflettendo sé stessi in un teen-ager onnipotente che possa permettersi di spaccare tutto, ciò che il lettore o lo spettatore non ha mai avuto la possibilitá di fare nella vita reale, sia quella caratteristica che per lo più genera il successo di tutte le teen comedy, di tutti i drama scolastici e di tutte quelle tragedie di amore e morte tanto care al pubblico Giapponese.

(SPOILER) Ma questo film va un pò oltre: un commissario di polizia concede il lusso ad un pluriomicida diciassettenne di potersi ammazzare, sfuggendo alla legge terrena (eppure la legge ed il senso comune in Giappone, al contraro di quelli nostrani non sono di certo clementi coi galeotti, i pregiudicati e i criminali in genere) e diventando un eroe unto di quell'indelebile impunitá morale post- mortem. Salva da famiglia dall'onta e s'immola. Una lacrima e via per riconoscerlo in un rapace in volo nell'infinito blu del cielo d'autunno di 鎌倉(Kamakura). (FINE SPOILER)
Non pensate che il Giappone sia come ve lo raccontano nei film, almeno non nelle commedie o tragedie adolescenziali.

4 commenti:

Weltall ha detto...

Approfitto di questo post per iniziare ad esporti qui alcune mie perplessità su questo film che esporrò meglio nel mio post (già pronto, solo in attesa di pubblicazione ^__^):
questo film è presentato, sia per forma che contenuti, come un teenager movie anche se nel profondo è un film molto più "sporco".
Il problema è che questa "sporcizia" ci viene presentata sotto l'accattivante immagine dell'adolescenza come status di assoluta onnipotenza. Ed è qui che il film mi suona dannatamente sbagliato perchè così facendo trasmette delle idee completamente distorte: il protagonista non è un eroe, è un cazzo di assassino. Il suicidio non è un' uscita di sicurezza, ma il massimo atto di codardia (in questo caso specifico si intende)
Ma è soprattutto la giustizia ad uscirne con le ossa rotte: ma come? Un palpeggiatore si fa un mese di galera ed un presunto pluriomicida viene lasciato libero di tornare a casa con la promessa di ripresentarsi il giorno seguente per confessare?
Se si avesse avuto il coraggio di ripulire il film da questa patina di buonismo e mostrare le cose nella giusta prospettiva (per quanto disturbante possa essere un adolescente assassino impenitente) ora eravamo qui a parlare di un gran film.

Cazzarola, mi sono pure dilungato troppo ^__*

Vincent Garden ha detto...

Ottimo post. Quello che fai notare (lo scollamento tra quanto rappresentato sullo schermo e la realtà in cui vivono gli spettatori)si riflette, secondo me, anche in molta animazione e in molti manga. Magia, superpoteri, violenza all'ennesima potenza (che spesso turba genitori e mass media) fanno da contraltare ad una società rigida e standardizzata, dove gli impulsi più aggressivi della natura umana sono tenuti (quasi sempre)al guinzaglio dal senso del bene comune. O no?

nicolacassa ha detto...

>Cuggino> Le nostre idee coincidono alla perfezione! Quest'onnipotente super-adolescenza è una costante in molti lavori sia nel grande schermo che nel piccolo, cosiccome nella carta stapata.

>Vincent garden> E' come quando si porta il cane a passeggio, lui è contento e si sente libero, ma è una libertà virtuale perchè c'è sempre il guinzaglio. Ho sempre cercato di non analizzare il Giappone e i Giapponesi in maniera Darwiniana o etologica, ma a volte la tentazione è grande...

Vincent Garden ha detto...

Ancora una cosa. Non c'è ragione di credere che i giapponesi siano più buoni o meno criminali di qualsiasi altra popolazione (anche se io, spesso, l'ho voluto credere per amore del Giappone). La natura umana è purtroppo la stessa a tutte le latitudini e longitudini (bisognerebbe stabilire se è fondamentalmente buona o, come penso, fondamentalmente cattiva). Quello che cambia è l'ambiente e la cultura. In Giappone, oltre a tanti altri aspetti culturali meravigliosi, c'è un elemento unico al mondo: un controllo sociale endogeno senza pari (nessuna dittatura otterrebbe un impegno così entusiasta da parte dei propri cittadini al controllo e autocontrollo). In uno scenario del genere è ovvio che lo sbocco delle pulsioni più oscure o semplicemente "trasgressive" avvenga a livello di fantasia. E quindi vai di giovanotti ribelli, iperviolenza, rottura delle convenzioni sociali. Ma alla fine... meglio la nostra "libertà" o la loro pace sociale? Mah...

Scusa la lunghezza. Passo e chiudo per davvero.