domenica 28 settembre 2008

リリイ・シュシュのすべて (Tutto Su Lily Chou-Chou)

Data di nascita: 8 dicembre 1980, ore 22:50. nello stesso momento, Mark David Chapman uccideva John Lennon. Per me, comunque, è solo una coincidenza. E sinceramente non mi importa. L’unica cosa che mi importa è che lei sia nata. Il suo nome, “Lily Chou-Chou”. Genio, o meglio ancora, genesi. L’Etere personificato. (フィリア)

Inizia così una delle esperienze cinematografiche più strane, affascinantemente pesanti, dure ed emozionanti della mia esistenza: un commento di un utente su una chat. Siamo nel 1999 quando Shunji Iwai, il regista di Hong Kong Stanley Kwan e quello taiwanese Edward Yang pensarono ad una collaborazione, chiamata Y2K Project, all'interno della quale i tre cineasti si impegnavano a portare avanti delle opere pan-asiatiche, che mostravano il tentativo di rompere le barriere tra gli artisti orientali, proponendo un nuovo linguaggio artistico creato dell'interazione delle diverse sinergie nazionali di cui ogni artista era portatore. In questa prospettiva il film di Iwai doveva costituire una sorta di “primo capitolo”: girato a Taipei con protagonisti non strettamente giapponesi, il film aveva già assunto una fisionomia pressoché definitiva, quando all’apertura delle riprese il terremoto che sconvolse quei posti interruppe il progetto in maniera abbastanza brusca. Allora Iwai portò avanti il progetto autonomamente riprendendo l’idea già esistente di un lungometraggio basato sul soggetto di una cantante chiamata Lily Chou-Chou. Proveniente da un decennio prolifico che vide la creazione da parte sua di opere di spessore come Love Letter, del 1995, gli esperimenti arditi di mediometraggio visti con Picnic, April Story e Undo, e Swallowtail and Butterfly, Iwai sembra sia stato pesantemente influenzato dall’aria di novità del nuovo millennio in procinto di iniziare: formatosi nell’ambiente pubblicitario, e soprattutto esperto di nuove tecnologie tentò un esperimento che tanto mi ricorda The Blair Witch Project, porta la finzione ad un livello superiore creando un sito internet fittizio, chiamato “LilyHolic” dedicato alla suddetta fantomatica cantante pop. Iwai, autore dei testi del film si immedesima in alcuni finti personaggi e scrive innumerevoli messaggi sul servizio di messaggeria del fan-site, il BBS tanto di voga in Giappone, creando in poco tempo uno dei primi casi telematici della rete. Il passo successivo è stato , il primo di Aprile del 2000, la creazione di un romanzo interattivo che i lettori del sito potevano integrare con materiale di propria creazione. Alla fine del 2000 il sito venne chiuso, e il buon Iwai utilizzò il prezioso materiale raccolto dai pensieri di migliaia di adolescenti per delineare e definire la storia che avrebbe girato.
Un linguaggio moderno ed accattivante che colpisce subito, alla prima inquadratura, che vede Youichi, il protagonista che ascolta musica in mezzo ad un campo di riso, psichedelicamente intermezzato da velocissime digitazioni che fanno apparire su un improvviso sfondo buio frasi, pensieri e sensazioni su Lily, sull’Etere e sulla quasi sacralità di una filosofia nella quale molti sembrano essersi identificati. Le frasi sono state realmente scritte da persone vere inconsapevoli di apparire, e si da credito a chiunque sia citato del suo nickname. Philia sembra essere il moderatore del BBS, e altri personaggi fissi appaiono continuamente. L’intera pellicola risplende di un’ardita fotografia, finalmente nitida e non saturata, fatta di riprese fisse, interi spezzoni fatti con videocamere amatoriali e una grande quantità di inquadrature meccanizzate.
La struttura temporale del film, che procede quasi a ritroso chiarificando sempre più le scene presentate in apertura, ha la capacità, proprio in questo processo di messa a fuoco della storia, di dipingere in maniera ampia e profonda le singole vicende del gruppo di protagonisti, inizialmente identificati come l’insieme dei compagni di Hoshino e Youichi: i raccordi complessi delle varie sequenze narrative (quasi sempre punteggiate dagli interventi all’interno della chat dedicata a Lily), il montaggio ellittico che spezza anche il minimo di consequenzialità temporale di una stessa scena, la moltiplicazione, in questa costante frammentazione, dei punti di vista che slittano da uno studente all’altro, creano un vero e proprio spaesamento da parte dello spettatore che si trova catapultato dalla soggettiva del primo a quella del secondo ragazzo, da un tempo ad un altro e che è quindi in un certo senso costretto a ricrearsi individualmente e autonomamente le linee principali della storia e quindi anche del suo significato. In questo senso il legame con la versione originaria dell'opera (il romanzo pubblicato in internet) assume un carattere ancora più rilevante: come gli “attori” di una chat o un forum, i protagonisti portano individualmente e anche indipendentemente la loro esperienza, l’unione delle quali porta il lettore (spettatore) a ricreare un racconto ogni volta differente, riorganizzato secondo dei tempi che non devono necessariamente essere legati al senso cronologico, ma anzi che dipendono da una matrice di soggettivismo molto forte.
Per la prima volta si utilizza la macchina da presa digitale Sony 24 Progressive, e la differenza si vede: questo fatto non stupisce considerando che Iwai sia stato un innovatore in campo tecnologico-cinematografico, avendo montato Undo con il sistema AVID e dotato di DTS April Story.
In breve la storia parla di due ragazzi, Youichi e Hoshino, coetanei, che dopo aver superato la scuola media si accingono ad entrare alle superiori. Hoshino, brillante allievo, rappresentante scolastico è odiato da molti, Youichi si mantiene distante e riservato cercando di condurre un’esistenza anonima. La situazione vorrà che Hoshino, estenuato dalle continue persecuzioni dei bulli di turno e corrotto da cattive frequentazioni, poi sconvolto da una tragica esperienza che quasi lo portava alla morte, viri verso un drastico cambiamento, divenendo esso stesso un bullo violento, ladro, violentatore e sfruttatore della scabrosa pratica del 援助交際 (Enjo Kousai, la pratica in voga tra le ragazze giapponesi, di accompagnarsi a uomini più grandi per denaro). Youichi dal canto suo dovrà affrancarsi dalla pesante figura dell’amico – nemico.
Una bellissima colonna sonora che comprende brani classici di Claude Debussy; le canzoni di Lily sono cantate dalla bravissima Salyu. Iwai ha personalmente diretto la creazione bellissimo del coro polifonico a cappella del quale sono protagonisti I ragazzi della scuola.
Un film difficile, che parla dei più grandi mali delle nuove generazioni Giapponesi, cioè il bullismo, la rigida educazione scolastica e la prostituzione soft. Un pugno in faccia a chi si aspetta il Giappone come un lunapark di ragazze innocenti nelle loro divise alla marinaretta, di ragazzi timidi e allegri nella loro inconsapevolezza, che la cinematografia e gli anime ci hanno fatto conoscere. Capita forse per caso che nello stesso anno il maestro Kinji Fukasaku abbia scritto e girato バトルロワヤル (Battle Royale) che in una futuristica nichilistica situazione di violenza sussurra della devianza giovanile in una società in progressivi sfaldamento, degrado, e autodistruzione. Fukasaku propone una provocazione palese: mentre quella di Iwai, con questo film è una richiesta di aiuto, urlata con la voce degli stessi ragazzi che sono intrappolati in un sistema invivibile. Nessuno può capire la sofferenza di un ragazzo o una ragazza giapponesi medi che vivono l’incubo di svegliarsi la mattina presto, uscire di casa e andare a scuola dove li aspettano gruppi di balordi e balorde pronti come minimo a perseguitarli, se non a compiere su di essi ogni genere di violenza fisica e psicologica. Nulla può l’intervento di genitori e professori, se non acuire la rabbia dei persecutori e la persecuzione dei perseguitati. Le ragazzine si abbassano ad una pratica oscena per denaro, sfruttando la perversione degli adulti, e almeno una su nove lo fa, secondo i dati della Japan internet Association, una organizzazione no profit che ha monitorizzato gli accessi ai siti “telekura”, i portali di appuntamenti “rosa” in Giappone. Iwai ha utilizzato un linguaggio molto duro, che colpisce e fa riflettere su dove veramente stia andando a finire la società Giapponese, aumentano vertiginosamente i casi di suicidio e i casi di depressione.
Da segnalare nel cast la giovane e brava Yu Aoi, nel ruolo di Shiori Tsuda, che in seguito reciterà come “Alice” in Hana e Alice, e un Takao Osawa (世界の中心で愛をさけぶ – Gridare amore dal centro del mondo; Hana e Alice) particolarissimo e bizzarro; la bravissima Ayumi Ito nel ruolo di Yoko Kuno, in seguito sarà la voce di Tifa Lockheart in Final Fantasy VII Advent Children.
Un’esperienza, più che un film. Da vedere per capire il vero Giappone.

リリイ・シュシュのすべて (riri shushu no subete) - All About Lily Chou-Chou

Giappone, 2001 - Regia Shunji Iwai

Nessun commento: