mercoledì 28 gennaio 2009

僕の彼女はサイボーグ (La mia ragazza è un cyborg)

Tra le nuvole, sopra la Siberia o giù di lì, il mio amico gigante di alluminio sfrecciava in un cielo limpido d'agosto, solo il dannato rumore dei suoi motori, il chiacchiericcio delle ragazzine giapponesi in divisa scolastica sedute nella fila dietro la mia e il modulo di sbarco da compilare a ricordarmi di essere su un volo di linea della JAL diretto in Giappone. Sarà l'alta quota, o i sensi rallentati dalla noia di 12 ore di volo, insomma sembrava che il PTV di fronte a me stesse trasmettendo un bel film! Si trattava di 僕の彼女はサイボーグ(Boku No Kanojo Wa Saiboogu - La mia ragazza è un cyborg). L'ho rivisto coi piedi per terra, e lontano dal Giappone, e la sensazione è stata diversa.
Jiro Kitamura è un ragazzo abbastanza solo. Talmente solo che, ad ogni compleanno, si compra un regalo, poi si offre una cena in un ristorante chic, si dà il regalo, si fa gli auguri e gioisce per la bellezza del suo nuovo regalo. E la scena è la stessa anche questa volta: una bella action figure di un personaggio di Evangelion. Nella strada per il ristorante, però, una bella ragazza comincia a seguirlo, lo riempie di sguardi ammiccanti ed allegri tanto da spaventarlo un pò: al ristorante riappare, mangia assieme a lui e poi sparisce, alla fine della cena. Jiro passa l'intero anno pensando a questa ragazza, e aspetta con ansia che arrivi di nuovo il giorno del suo compleanno per sperare di rivederla. Il giorno arriva, Jiro scarta il suo auto-regalo e come per incanto appare di nuovo la ragazza. il tempo di cantare gli auguri e un pazzo ciccione all'interno del locale estrae un kalashnikov e comincia a sparare all'impazzata. La ragazza lo annienta in poche mosse. I due vanno a casa di lui, che lei dimostra di conoscere benissimo, e lì dai suoi occhi parte un raggio che proietta un ologramma. E' un messaggio da parte di un signore paralizzato su una sedia a rotelle, è Jiro, nel futuro, che gli dice come stanno le cose: ha creato una ragazza cyborg, l'ha mandata nel passato per salvarlo dalla sparatoria del ristorante che lo avrebbe reso invalido e paralitico. Gli annuncia che in sua compagnia il cyborg imparerà a comportarsi come un essere umano, e lo proteggerà da un'altra catastrofe in arrivo. Jiro ha ora una compagna, anche se strana: è possibile innamorarsi di un cyborg?
Una storia di media importanza, potrebbe essere divertente anche se non indimenticabile: la recitazione è nella media, senza picchi di eccellenza. Il cyborg è interpretato da Haruka Ayase: esperienza cinematografica scarsa, escludendo il debutto nel segmento "Justice" diretto da Isao Yukisada nel lungometraggio corale intitolato Jan Films, la carriera della Ayase è fatta di televisione... e l'ultima sua fatica è un film che s'intitola おっぱいバレー(Oppai baree), titolo letteralmente tradotto come "Il volleyball delle tette" (qui il trailer), dove interpreta una professoressa che per motivare i suoi alunni alla vittoria di un torneo di pallavolo, promette loro di mostrargli il seno. Beh, qualità e sceneggiature di alto livello, e che siano vere o no, la Ayase ha le tette di una grandezza al di sopra della media! Ritornando al nostro film cyborg-amoroso, non ritengo sia facile gestire una storia che include viaggi nel tempo, è facile perdere il filo del discorso e fare dei pasticci, come ha fatto il regista coreano Jae-young Kwak, scelto non si sa perchè per una produzione giapponese abbastanza importante: sarà che i giapponesi vanno pazzo per i dorama coreani, ho in mente l'immagine della mia ragazza giapponese con la mamma che si ammazzano di lacrime guardando suddetti dorama, ma allora non sarebbe stato meglio proporre Cyborg Girl in forma di dorama e non di film? La storia è un intreccio talmente banale che potrebbe essere stato scritto da un bambino, e il finale è talmente forzato da deludere anche il più ben disposto spettatore.
E poi continuo a chiedermi: cosa c'è di Coreano in questo film? Forse l'ho scoperto, ma la rivelazione potrebbe essere spoiler!
僕の彼女はサイボーグ(Boku No Kanojo Wa Saiboogu - La mia ragazza è un cyborg)
Giappone, 2008 - regia di Jae-young Kwak

giovedì 22 gennaio 2009

蟲師 (Mushishi - Bugmaster)

Un giorno ero ospite a casa di amici Giapponesi: uno di loro aveva un DVD di non ricordo quale film (giapponese), e tra gli speciali c'erano i trailer di alcuni film in distribuzione da parte della stessa casa (un pò come fa la Disney nei suoi DVD). Contentissimo ho cominciato a gustarmi i trailer, e tra diverse cose interessanti ne ho visto uno che cominciava dicendo "dal regista di Akira": poi seguivano una serie di immagini tremendamente belle, penso fosse lo stesso trailer che gira in rete. Si insomma, un trailer con le contropalle, e poi alla fine dello stesso due kanji impossibili, 蟲師, che il mio amico si è affrettato a pronunciare come "Mushishi". Ho pensato: "è una bomba, e poi c'è di mezzo Ōtomo, è una garanzia"...
Parlare di trama è difficile, ma ci provo: Un bambino rimane orfano della madre a causa di una frana sul sentiero nel quale camminavano, una donna dai capelli color argento lo soccorre e si prende cura di lui. Un uomo dai capelli color argento si rifugia in un villaggio di montagna durante una tormenta di neve: il suo nome è Ginko, è un Bugmaster, cioè una specie di scienziato/medico che studia i Mushi e cura le patologie che essi causano agli esseri umani: Si perchè al mondo esistono delle entità chiamate Mushi, possono essere di varie forme, per lo più immateriali come fossero spiriti. La padrona della casa in cui Ginko si rifugia chiede i suoi servigi per curare alcuni suoi compaesani che hanno uno strano disturbo alle orecchie. A missione compiuta Ginko torna a casa sua, dove riceve un messaggio dall'assistente di Tanyuu, una giovane bugmaster, che si trova in serie difficoltà. Troverà nella sua strada un compagno di viaggio, che vaga alla ricerca di un arcobaleno sperpente. Qual'è la connessione tra Ginko, la signora dai capelli d'argento (che è anche lei una bugmaster) e il bambino orfano di nome Yoki?
Il film "Bugmaster" è un Live Action Movie, cioè non è un film che cammina sulle sue gambe, ma un lungometraggio che cerca di seguire fedelmente alcuni discorsi intrapresi dal manga dal quale è ispirato, scritto da Yuki Urushibara e intitolato 蟲師(Mushishi). L'adattamento cinematografico è stato curato a quattro mani dallo stesso Urushibara e da Sadayuki Murai, che collaborò con Ōtomo al progetto "Steamboy", sempre come sceneggiatore. Il film copre gli eventi narrati nei volumetti 2; 7; 9 e 15 del manga.
Dal punto di vista sonoro e visivo, Bugmaster è un prodotto di immensa qualità: gli effetti visivi in computer grafica, principamente riguardanti i Mushi e ciò che provocano, sono assolutamente discreti, come piccole opere di precisione quasi svizzera inserite alla perfezione nel contesto. L'ambiente naturale Giapponese è maestoso, quelle montagne ripide e farcite di vegetazione rigogliosa, accarezzate da languide nuvole d'umidità che si vedono all'inizio ti fanno esclamare "cavoli", che bello!
Ma...c'è un "ma", anzi ce ne sono parecchi: non si può fare un film con un collage di cartoline, nè con location da urlo come il villaggio di Gokayama (patrimonio UNESCO dell'umanità), nè mettendo in bocca agli attori un linguaggio "epicheggiante", nè formando un cast stellare che vede attori di calibro come Odajiri Jo e Aoi Yu. Ci vuole una storia valida, con un inizio ed una fine. Per questo critico aspramente la scelta di fare un live action movie e presentarlo al mondo come "Opera cinematografica", con il sottotitolo "dal creatore di Akira": quando nella presentazione dei film c'è il richiamo a grandi successi, è evidente che c'è qualche mancanza da colmare. Sono pure andati a presentarlo a Venezia nel 2006, Otomo con a seguito Odajiri Jo, Aoi Yu e Omori Nao. Se nelle battute iniziali la storia è bella ed intrigante, con il parallelismo tra la storia di Ginko e quella del bambino, e il mistero di questi esseri chiamati Mushi, la tensione cala vertiginosamente quando il film si trasforma in una specie di "Doctor House" del medioevo fantasy, con la narrazione di micro casi "medici" quasi auto conclusivi che il buon protagonista cerca di risolvere. Sono d'accordo sul fatto che ciò serva ad introdurre il personaggio ed i Mushi, ma allora bisognerebbe radicalmente rivedere tutta la storia e creare una sceneggiatura autoconclusiva, si insomma ci vorrebbero delle idee nuove, non uno spezzatino. La componente action, enfatizzata benissimo nei trailer, con quei ritmi da pellicola d'azione in stile americano, non esiste proprio: i ritmi sono morti, sfasati, il film è lunghissimo con le sue 2 ore e 11 minuti, vi sono spezzoni di storia che rimangono improvvisamente tronchi e situazioni stagnanti. I dialoghi, in stile epico e anticheggiante, non sono pienamente credibili.
In conclusione: può bastare il nome "Katsuhiro Ōtomo" per far bello un film? La risposta è "no". Possono bastare attori di qualità eccelsa a fare un film interessante? A meno di non essere fan sfegatati degli attori stessi, la risposta è "no". Penso che un film senza una storia si autodistrugga nel momento stesso in cui viene proiettato. E' un vero peccato perchè le potenzialità tecniche ed artistiche ci sono, la storia ha delle potenzialità enormi, il cast è incredibile, il reparto effetti visivi è all'avanguardia, la colonna sonora è buona...manca solo una cavolo di sceneggiatura!
Un'occasione sprecata, e un nome, quello di Ōtomo, dannosamente (per lui) inflazionato dal marketing del film.
[Note di traduzione] La mia quinta traduzione per Asianworld. Il file originale era sincronizzato su versioni di qualità scadentissima, ho adattato il tutto alla versione CHuMo che mi sembra la migliore in circolazione; interi spezzoni erano assenti, così con Shiho-chan abbiamo tradotto dal giapponese e inserito le linee mancanti: in alcuni punti alcune linee potrebbero sembrare fuori contesto, ma purtroppo i dialoghi sono scritti in un giapponese antico, di difficile interpretazione anche per gli stessi Giapponesi.
蟲師 (Mushishi - Bugmaster)
Giappone, 2006 - regia di Katsuhiro Ōtomo

martedì 20 gennaio 2009

クワイエットルームにようこそ (Benvenuta nella stanza tranquilla)

Dopo aver finito di tradurre 蟲師(Mushishi - Bugmaster), del quale parlerò a brevissimo, mi sono messo a cercare su IMDB la filmografia di 蒼井優(Aoi Yu): penso che la ragazzina sia una delle migliori attrici viventi in Giappone, per fortuna è rimasta fuori dal giro soft porno e idol (solo qualche fugace apparizione in riviste per ragazzine come la mia omonima "Nicola"), per fortuna c'è stato un certo 岩井俊二(Shunji Iwai) che l'ha presa sotto la sua ala protettiva sin da quando aveva 16 anni e l'ha fatta lavorare solo in progetti di qualità. Dopo una miriade di premi vinti, la brava Yu lavora senza sosta e in nove anni di carriera può già contare 29 film. Tra questi, ne ho trovato uno dal titolo interessante: クワイエットルームにようこそ(Kuwaietto Ruumu Ni Youkoso - Benvenuta nella stanza tranquilla). Sarà un film dell'orrore? Sarà un film strano?
Asuka è una reporter per una rivista di moda: la sua vita è correre, telefonare, correre, telefonare, correre. Asuka apre gli occhi, vede un soffitto, delle luci al neon, e sente dei suoni strani. Lo stordimento che attanaglia la sua testa è tremendo, prova a muoversi ma appena lo fa si rende conto di essere legata, completamente immobilizzata in un letto. Prova a chiamare qualcuno ma nessuno arriva, vede solo una ragazza scheletrica che da dietro una porta d'acciaio le bisbiglia qualcosa. Poi arriva un'infermiera, la Eguchi, che la informa di essere ricoverata nell'ospedale psichiatrico Joseikai, reparto di massima sicurezza. Con la piccola grande conquista di potersi per lo meno sedere sul letto, ed incontrare il suo bizzarro fidanzato, Tetsuo (autore di programmi demenziali per la TV Giapponese e famoso per sottoporre le sue natiche ai più tremendi supplizi davanti alle telecamere tanto da essere riconosciuto più dalle natiche che dal viso), Asuka comincia un percorso che la porterà a capire in che modo sia finita su quel letto.
Ritorniamo ad 蒼井優(Aoi Yu) solo per un momento, solo per dire che lei non è la protagonista, ma interpreta una ragazza di nome Miki afflitta da problemi alimentari e sfoggia una costituzione ai limiti dell'anoressia. La protagonista, Asuka, è interpretata dalla bravissima 内田有紀(Uchida Yuki). Questo film è particolare per alcuni aspetti:
- Se avete visto il divertentissimo イン・ザ・プール(In Za Puuru - Nella Piscina), di Miki Satoshi, non potete non ricordare l'attore che interpretava il divertentissimo psichiatra pazzo con la camicia leopardata: beh, l'attore che lo interpretava, 松尾スズキ(Matsuo Suzuki) (che non ha tutte le rotelle al loro posto), è il regista di questo film.
- Questo è uno dei pochi film dove potrete vedere dei mostri sacri del cinema Giapponese come 庵野秀明(Anno Hideaki) (Neon Genesis Evangelion, Ritual, Cutie Honey, Love & Pop) e 塚本晋也(Tsukamoto Shinya) (A Snake Of June, Bullet Ballet, etc.) recitare in dei fantastici cameo.
- Pur essendo un film drammatico, non potrete fare a meno di ridere a crepapelle in alcuni momenti, e comunque di affrontarne la visione con "cuor leggero".
クワイエットルームにようこそ(Kuwaietto Ruumu Ni Youkoso - Benvenuta nella stanza tranquilla) non è una storia di pena e punizione, ma di redenzione. Dalle prime battute, i guardiani della povera Asuka possono sembrare aguzzini: si scoprono invece essere angeli salvatori. Penso che non sia assolutamente facile parlare di depressione. Tanto discussa, inflazionata, sminuita, la depressione è una vera malattia, e per riuscire ad entrarci in questo modo il buon Suzuki Matsuo ci dev'essere passato. E' come se il mondo attorno a te esplodesse: la prima cosa da fare è ricreare un microcosmo di realtà attorno a sè, e allora l'ospedale psichiatrico diventa da prigione un comodo e sicuro rifugio, gli angoli si smussano, gli ingranaggi si oliano, e si ha sotto i piedi un buon terreno morbido di soffice erba verde sul quale camminare e guardarsi intorno. E se ci si guarda intorno con calma si vedono cose che prima non si vedevano. Non c'è più bisogno del cellulare, non si deve più rispettare una deadline, ma ci si può commuovere per un piccolo insignificante avvenimento, per esempio, o tentare di rimettere a posto i pezzi di una vita muovendo le tessere di un puzzle. E la vera sfida, attende all'esterno, all'uscita, quando la cura finisce, il sole illumina di nuovo la pelle, e si ricomincia. E tutto il film sta proprio qui, in un finale che lascia aperto un dilemma, un dilemma atroce.
Una storia scritta estremamente bene, ambientata in un set chiuso (un paio di stanze in tutto), recitata da attori di prim'ordine, come l'incredibile Yuki Uchida, che solo a guardarla legata in quel letto, sporca di lavanda gastrica chiamare "qualcuno" con quella voce giapponesemente cortese ma educatamente disperata, convince e stupisce. Yu Aoi è impressionante nel ruolo di Miki; Ryou interpreta egregiamente l'infermera Eguchi nella sua freddezza "robotica", poi non posso dire che sorte spetta ai cameo interpretati da Shinya Tsukamoto e da Hideaki Anno, ma c'è da ridere, e tanto pure!
Che bel film, davvero, un film ottimista, ma pessimista; un film drammatico ma estremamente divertente, un film leggero ma incredibilmente profondo. Non vedevo un film giapponese così bello da molto tempo. Sarà la mia prossima traduzione.
クワイエットルームにようこそ(Kuwaietto Ruumu Ni Youkoso - Benvenuta nella stanza tranquilla)
Giappone, 2007 - regia di 松尾スズキ(Matsuo Suzuki)

domenica 18 gennaio 2009

亀は意外と速く泳ぐ (Le tartarughe nuotano più velocemente di quanto si pensi)

A parte la pessima esperienza della visione notturna di 図鑑に載ってない虫(Zukan ni nottenai mushi - Deathfix, Live And Let Die) al Far East Film Festival del 2008 (che vede un quasi suicidio artistico della talentuosa Rinko Kikuchi che dopo la candidatura all'Oscar si è buttata in una follia del genere), il regista 三木聡(Miki Satoshi) ha finora creato film estremamente folli e divertenti, e perle di bellezza come il recente 転々(Ten-ten - Adrift In Tokyo). Penso che il film in questione, 亀は意外と速く泳ぐ(Kame wa igai to hayaku oyogu - Le tartarughe nuotano più velocemente di quanto si pensi) si possa annoverare assieme a イン・ザ・プール(In Za Puuru - Nella Piscina) tra uno dei suoi esercizi di comicità surreale meglio riusciti.
上野樹里(Ueno Yuri) è Suzume Katakura, una giovane ragazza che vive la sua vita di moglie e casalinga con la sola compagnia di una tartaruga acquatica: il marito di Suzune infatti lavora all'estero. Nulla d'interessante succede mai nella sua vita, e tutto succede invece agli occhi di uno spettatore incredulo: Suzune è circondata da personaggi incredibilmente bizzarri, come l'idraulico che quasi la costringe ad andare nel suo negozio per vedere un calamaro fritto ripieno di riso che tiene in formalina dopo averlo trovato incastrato in una tubatura (...). Suzune ha un'amica ancora più bizzarra, Kujaku Ogitani, stessa età, assieme sin dalla nascita ma dai caratteri diametralmente opposti. Sembra rassegnarsi alla piattezza della sua bizzarra vita quando, sotto una valanga di mele (...) vede, attaccato ad un palo, un microscopico manifesto pubblicitario di un'agenzia di spie. Il manifesto sarà grande 5 millimetri, Suzune contatta la suddetta agenzia. Il fatto che Suzune l'abbia trovato essendo così piccolo, convince i "titolari" ad assumerla come spia, e come anticipo spese le consegnano 5.000.000 di Yen. La vita di Suzune non sarà più la stessa, è scontato, ma come si evolve questo film, scontato non lo è affatto...vedere per credere!
Cominciamo a dire che mi sono (un pò) ricreduto su Yuri Ueno: la sua recitazione in スウィングガールズ(Swing Girls) è pesante, e anche il suo lavoro nel drama のだめカンタービレ(Nodame Kantaabire) è riportato essere di simile natura, ma qui dimostra innanzitutto di poter reggere bene il ruolo di moglie e casalinga con i suoi 23 anni d'età, le smorfie poi quasi non ci sono ed è gradevolissima pur recitando in dei contesti estremamente bizzarri. Una conferma invece viene da 蒼井優(Aoi Yu), che interpreta l'amica di Suzune, Kujaku Ogitani, e che si conferma estremamente adattabile a QUALSIASI ruolo le venga assegnato nella miriade di film che sta girando. E' interessante l'argomento del vivere una vita monotona e pensare di vivere una vita speciale: le cose diventano incredibilmente più intriganti pur essendo sempre uguali: mi ricorda tanto True Lies, con Arnold Swarzenegger e Jamie Lee Curtis, un film che adoro. Il tema della vita di coppia Giapponese è ormai scontato: secondo me i Giapponesi non dovrebbero proprio sposarsi, tanto conducono una vita da schifo da sposati, ma non a causa di chissà che, ma a causa dei loro stessi comportamenti e della loro mentalità. Il film pur non essendo corto è snello, rallenta e si perde leggermente nei tre quarti della sua durata, ma rimane comunque di buon livello visto il genere e il target di distribuzione da pellicola indipendente. La storia è estremamente originale e non posso che dare atto al mitico Miki Satoshi della sua genialità ed apprezzare la sua comicità: finalmente una comicità Giapponese che fa veramente divertire pur non essendo eccessiva nè forzata (come in Deathfix che NON dovete assolutamente guardare). Questo invece non potete perdervelo!

Ho avuto il privilegio di conoscere di persona quel pazzo di Miki Satoshi al FEFFX (nella foto con me, Weltall e Rosuen)! Formidabile!

亀は意外と速く泳ぐ(Kame wa igai to hayaku oyogu - Le tartarughe nuotano più velocemente di quanto si pensi)

Giappone, 2005 - regia di 三木聡(Miki Satoshi)

venerdì 2 gennaio 2009

ピンポン (Ping-Pong)

I Giapponesi fanno gli anime fantascientifici sul calcio, i manga fantascientifici sul basket, sul baseball non so, ma adesso so che fanno roba anche sul Ping-Pong!
Peco/Yukata Hoshino è un ragazzo molto dotato nel Ping-Pong, già da piccolo è una "star" e coinvolge il timido Makoto Tsukimoto, talmente timido da non sorridere mai e da essere soprannominato "Smile" (gli scherzi della vita...). Peco è sregolato, impertinente, impulsivo ma estremamente dotato, Smile lo è altrettanto dotato, ma praticamente non gliene può fregare di meno. Si avvicina il torneo interscolastico, e fa la sua comparsa "China", un certo Kong Wenge, che dal tetto della scuola in mezzo al rumore della città percepisce il rumore di una pallina che rimbalza in un campo da ping-pong: "C'è un chopper, contro un attaccante veloce, il chopper sta giocando per perdere, forse per modestia Giapponese...". Diciamo che China ne capisce abbastanza e sembra temibile, e poi c'è la squadra del liceo Kaio, tutti neri, una specie di setta di pelati tipo i cattivi di Karate-kid.
Tratto dall'omonimo manga di Tayo Matsumoto, un manga demenziale (fantastici i colpi-puzzetta), Ping-Pong è un film interessante, quasi la trasposizione cinematografica dei canoni della storia sportiva alla Holly e Benji (che poi in Giappone si chiama Capitan Tsubasa): battaglie all'ultimo sangue come se il Ping-Pong fosse una guerra, scontri psicologici allucinanti, rallenty e bullet-time degni del miglior Matrix, i fantastici comprimari che commentano le partite defilati nella parte più remota della tribuna, e che coi loro commenti introducono aspetti tecnici fondamentali per la narrazione. I "cattivi" sono approfonditi in maniera magistrale, NON ci sono storie d'amore nè ragazze, a parte la ragazza di Sakuma che è un'idiota e le fan di Smile che Peco fa scappare davanti al palazzetto, solo Ping-Pong. Ah e poi c'è il solito percorso di rinascita-dopo-caduta-di-campione con allenamento-estenuante-in-scale-di-tempio, e il solito fantastico Naoto Takenaka a risolvere un film che fa di tutto per decollare ma non estrae i flap (senza i flap non si decolla, vedi il disastro dell'MD-80 a Madrid).
Ma che belli che sono i Giapponesi :)
ピンポン(Pin Pon - Ping-Pong)
Giappone, 2002 - regia di 曽利文彦(Fumihiko Sori)