venerdì 4 dicembre 2009

Sweet Rain - 死神の精度 (Dolce Pioggia. L'accuratezza dello spirito della morte)

O "storia dello Shinigami tontazzo". Penso che siano pochi i nippofili che non hanno una minima idea di cosa sia la saga di デスノート(Desu Nōto - Death Note), ideata da 大場つぐみ(Ōba Tsugumi) come manga e tradotta in anime e live action movies di successo.

Comunque, per quelli come me che invece ne ignoravano l'esistenza (o se ne tenevano volutamente lontani), in Giappone si crede in tante entitá soprannaturali e semi-divine, e tra questi ci sono gli 死神(Shinigami), ovvero spiriti della morte, una figura semidivina importata in Giappone dall'Europa e definita nel periodo Meiji. Questo film ci dá un'ennesima visione alternativa dello Shinigami, ma andiamo con ordine...

Il Signor Chiba é uno Shinigami. Il Signor Chiba é per giunta uno Shinigami alquanto elegante e di bell'aspetto, con la sua bella chioma e i suoi abiti stile "le Iene". Il Signor Chiba non ha etá, viaggia in random nel tempo e nello spazio, camminando col suo spirito controllore (un cane nero) sopra i binari di una monorotaia (identica a quella di Naha, a Okinawa), che dovrebbero rappresentare per l'appunto la dimensione sovrannaturale dalla quale il bel Chiba proviene. Il belloccio Shinigami é pure annoiato dalla sua routine: non ha mai visto un cielo azzurro nei millenni della sua infinita esistenza perché quando lui lavora, chissá perchè, piove sempre... e poi quei dannati corvi neri, sono sempre lì attorno alla persona che deve morire L'unica pausa dalla pioggia il Signor Chiba la trova camminando sul cemento della monorotaia, che sta sopra le nuvole. Quando il mono-binario s'interrompe con una porta, significa che gli si prospetta un altro lavoro. Varcata la soglia, ecco il nostro mondo sotto uno scrosciante acquazzone, un sacco di corvi e un contatto da stabilire: quello con la vittima, cioé la persona che dovrebbe morire: il bel Chiba come i suoi colleghi (ce ne sono tantissimi sparsi per il mondo) deve decidere: procedere con la morte o sospendere la morte. É una specie di processo al quale le vittime vengono sottoposte. Prima tocca ad un'impiegata sfigata degli anni '80, poi ad un furfantello della yakuza dei giorni nostri, e poi ad una parrucchiera del futuro con tanto di aiutante robot (molto carina aggiungerei, e parlo del robot). Il signor Chiba prenderá (o meglio non prenderà) le sue decisioni mostrando un lato umano, etc etc.

Diciamolo subito, il film non mi é piaciuto. É una vetrina per un Takeshi Kaneshiro tirato a lucido e pompato di cazzate, e le spalle dell'attore cinese sono poco forti per reggere una sceneggiatura ridicola. Lo Shinigami da lui interpretato é si immortale, ma il suo peregrinare per lo spazio ed il tempo lo rendono irrimediabilmente impacciato di fronte agli esseri umani e a concetti importantissimi dei quali dei giudici di vita come gli Shinigami di cui si parla dovrebbero perlomeno essere informati, se non estremamente disinvolti: divertente come spunto per la sdrammatizzazione ed umanizzazione della morte, ma poco credibile se lo si vuole applicare ad un personaggio che dovrebbe essere un semidio il cui lavoro dovrebbe essere quello di giudicare gli uomini per la loro vita e per l'effettivo compimento dei loro propositi. Il signor Chiba passa le missioni a pronunciare frasi profonde, profonde al massimo come la vasca da bagno di casa di mia madre, a rispondere vagamente al suo cane che gli chiede continuamente conto del suo lavoro, fino a farsi completamente annullare dalla saggezza della protagonista femminile in finale di pellicola. Il Signor Chiba reagisce agli stimoli positivi datigli dai personaggi in forma di lezioni di vita con penose scene mute degne di un gorilla in giacca e cravatta che ascolta una lezione di filosofia...

Questo film é una versione quasi comica se paragonata ad un tentativo del cinema occidentale degli anni novanta di umanizzare la morte, sempre con un belloccio, ma biondissimo di nome Brad Pitt. Il film di cui parliamo é "Vi Presento Joe Black", del 1998, diretto da Martin Brest. Nonostante anche quello fosse un'emerita schifezza atta solo a pompare il bel Brad e a far innamorare milioni di ragazze, lì si percepiva un diverso modo di trattare dei temi profondi come la morte, e poi il personaggio interpretato dal bel Brad si dimostrava estremamente colto, serio e preparato in un sacco di concetti, proprio come dovrebbe essere un semidio (che io sia dannato, sto davvero parlando di come dovrebbe essere un semidio...), e poi didiamocelo, si scopa pure la figlia della sua vittima, è un grande, anni luce dal gorilla Kaneshiro.

Interessante per notare con quale leggerezza (o accuratezza?) i Giapponesi trattino degli argomenti assai profondi e importanti da un punto di vista spirituale. Ancora una volta domistrazione del fatto che la spiritualitá Giapponese sia completamente diversa dalla nostra, soprattutto nella commistione di simbolismi provenienti da diverse religioni: nella scena iniziale, per esempio, uno Shinigami, concetto di base importato ma in qualche modo derivato da rare divinità sia Shintoiste che Buddhiste che assiste alla cerimoina funebre Cristiana di una bambina che ha appena spedito all'altro mondo. Si può tentare una visione più profonda del film analizzando proprio l'imperfezione dello stesso Shinigami, in pratica destinato solo a prendere due decisioni: dopo un'indagine, quelle di "sospendere" o a "procedere" con la morte della vittima designata, avvenimento apparentemente deciso da un inevitabile destino che lo spirito della morte può solo ritardare, ma non evitare. Che la morte non sia frutto d'intervento divino ma semplice avvenimento necessario in una vita? Che tutto si basi sulla cieca legge della vita? E poi il cane nero, lo spirito controllore del Signor Chiba: nella mitologia inglese il cane nero è associato al diavolo o agli spiriti della morte sin dalla demonologia medioevale (chi poi ha letto "Il Mastino Dei Baskerville" di Arthur Conan Doyle sa di cosa parlo)... ma il cane del film è alquanto sfigato e il montaggio lo rende a tratti pure comico per la sua condizione, anche per lo spirito che rappresenta di estrema inpotenza sia nel gestire gli eventi, che nel gestire lo Shinigami che gli è stato assegnato. Penso con convinzione che l'autore, 伊坂幸太郎(Isaka Kōtarō), a parte la scena in cui Chiba si chiede perchè la morte sia rappresentata da uno spirito nero con una falce, forse non abbia utilizzato questa simbologia consapevolmente o se l'ha fatto ha cercato di sdrammattizzare il tutto in chiave comica, anche perchè i Giapponesi non capirebbero alcune sfumature che l'educazione di noi timorati cattolici ci ha insegnato a notare. Penso che si possa tranquillamente relelgare questo plot a quell'accozzaglia di simbolismi religiosi e per la nostra sopracitata inconsapevole ed ottusa sensibilità cattolica anche veniali blasfemie di una società, quella Giapponese, che non ha mai avuto una sua vera identità religiosa (e questo è uno dei suoi grandi pregi)

Vogliamo anche dire che i corvi sono tutti fatti in computer grafica e fanno pena? A parte il protagonista, sono i comprimari a fare il film: le cosiddette vittime tengono la scena, sono tutte dei personaggi splendidamente riusciti, e il finale é pure carino. Ma vi libero dai miei infiniti discorsi e vi lascio alla faccia da ebete di Kaneshiro in questa locandina...

Sweet Rain - 死神の精度 (Sweet Rain. Shinigami No Seido - Dolce Pioggia. L'accuratezza dello spirito della morte)

Giappone, 2008 - regia di 筧昌也(Kakehi Masaya)